Recensione di A sangue freddo di Truman Capote
Reading Time: 3 minutes
Truman Capote
Narrativa, Non fiction Novel
Garzanti
1965
Cartaceo, Ebook
416
Il 15 novembre 1959, nella cittadina di Holcomb, in Kansas, un proprietario terriero, sua moglie e i loro due figli vengono trovati brutalmente assassinati:sangue ovunque, cavi telefonici tagliati e solo pochi dollari rubati. A capo dell'inchiesta c'è l'agente Alvin Dewey, ma tutto ciò che ha sono due impronte, quattro corpi e molte domande. Truman Capote si reca sul luogo dell'omicidio con la sua amica d'infanzia, la scrittrice Harper Lee, e, mentre ricostruisce l'accaduto, le indagini che portano alla cattura, il processo e infine l'esecuzione dei colpevoli Perry Smith e Dick Hickock, esplora le circostanze di questo terribile crimine e l'effetto che ha avuto sulle persone coinvolte, scavando nella natura più profonda della violenza americana. Non appena il reportage viene pubblicato, prima a puntate sul «New Yorker» nel 1965 e in volume l'anno successivo, Truman Capote diventa una vera celebrità e le vendite si impennano, così come gli inviti ai party più esclusivi e ai salotti televisivi. Ancora oggi, "A sangue freddo" viene considerato da molti il libro che ha dato origine a un nuovo genere letterario, un'opera rivoluzionaria e affascinante, una combinazione unica di abilità giornalistica e potere immaginativo. Prefazione di Andrea Vitali. Nuova traduzione di Alberto Rollo.
A sangue freddo di Capote è uno dei capisaldi della letteratura americana recente, non mi stupisce che Rory Gilmore lo abbia letto nella sua carriera da lettrice (se non sapete di cosa io stia parlando, date un occhiata alla challenge dei libri letti da Rory in Gilmore Girls). Era nel nostro programma di lettura per il gruppo di lettura In omnia paratus che organizzo con Ifeelbooks, ed è stata la lettura condivisa di Luglio.
Di cosa parla A sangue freddo?
La storia, se non lo sapeste, racconta dell’efferato omicidio della famiglia Clutter, Herb Clutter e la moglie Bonnie, e i figli Nancy e Kenyon, per mano di Perry Smith e Dick Hickcock, avvenuto Holcomb, cittadina del Kansas il 15 novembre del 1959.
Capote, per il New Yorker, seguì il caso in prima persona e scrisse un reportage in quattro capitoli che ebbe tanto successo da diventare libro, fondando grazie a questo un nuovo genere Capote si è recato direttamente sul luogo del delitto, ha seguito le indagini e avuto una fitta corrispondenza con i colpevoli accompagnato dalla amica d’infanzia Harper Lee.
In un racconto che salta tra una prospettiva e l’altra, Capote ci racconta un delitto non solo dal punto di vista degli investigatori ma anche di quello degli assassini, entrando nella psicologia e nel vissuto, raccontando una storia che è interessante sotto moltissimi punti di vista. Ho apprezzato davvero il seguire questo delitto e le varie angolazioni da cui viene raccontato, dove Capote descrive con estrema perizia la banalità del male, come si arriva a uccidere quattro persone senza un apparente motivo e anche la brutalità della pena capitale negli Stati Uniti.
L’autore riesce in un compito difficilissimo: riuscire a far affezionare in qualche modo il lettore agli assassini. Non ci sono dita puntate, ma una narrazione che evidenzia la vita è i pensieri dei criminali poi accusati e puniti per il delitto: scopriamo le loro vite, i loro traumi, cerchiamo di capirne le motivazioni. Non c’è intento di difenderli però, al contrario, Capote ci narra la complessità di due persone che hanno confessato e commesso un crimine, mostrando la situazione nella sua interezza.
L’empatia che si prova verso i due fa interrogare il lettore su molte cose, sulla cattiveria umana, su quanto il background influenzi la vita è le scelte delle persone; ma anche sulla colpa. La riflessione non so quanto involontaria che io ho preferito è stata quella sulla pena di morte, argomento discusso spesso negli Stati Uniti e mostrata nella sua controversia, senza semplificarla.
Leggendo questo romanzo non ho potuto fare a meno di notare l’influenza che questo ha avuto sulla letteratura americana e non solo: oltre a creare un genere essendo il primo esempio di non fiction novel (romanzi che però sono tratti da storie vere).
Nonostante io leggendo questo testo riesco a capirne la grandezza e l’immensa influenza che ha avuto sulla letteratura americana e non solo, e anche il modo nel quale fa interrogare i lettori sulla colpa e il concetto di male, devo ammettere che però ho trovato lo stile un po’ pesante. Non è una lettura fluida e snella, è un libro che ha bisogno dei suoi tempi e devo dire che le tante digressioni mi hanno frenata in più punti. Come dicevo su però riconosco a Capote il grande merito di aver scritto un libro rivoluzionario per il suo tempo.
Quindi consiglio A sangue freddo assolutamente a chi è appassionato di true crime e di storie che seguono questo filone, per leggere la storia che ha dato il via a tutto un nuovo modo di raccontare le storie vere nella narrativa.
Se volete leggere il libro, potete acquistarlo al link affiliato Amazon.
Se volete leggere altri consigli di lettura invece vi invito nella sezione del blog Le recensioni di Book-tique.
Alla prossima con una nuova recensione!
Giorgia
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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Reading Time: 3 minutesTitolo: A sangue freddo Autore: Truman Capote Genere: Narrativa, Non fiction Novel Casa editrice: Garzanti Data di Pubblicazione: 1965 Formato: Cartaceo, Ebook Pagine: 416 Il 15 novembre 1959, nella cittadina…
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