Recensione di Acido Solforico di Amélie Nothomb
Reading Time: 3 minutes
Amélie Nothomb
Distopico
Voland
2006
Cartaceo- Ebook - Audiolibro
131
Per le strade di Parigi si aggira una troupe televisiva inviata a reclutare i concorrenti per un realty show dal nome inequivocabile: Concentramento. I concorrenti vengono caricati su vagoni piombati e internati in un campo dove altri interpretano il ruolo di kapò. La vita di tutti si svolge sotto l'occhio vigile delle telecamere e il momento di massima audience arriva quando i telespettatori decidono l'eliminazione-esecuzione dallo show di un concorrente attraverso il televoto. Gli strali della scrittrice da sempre al centro di polemiche colpiscono questa volta, con meno leggerezza ironica e più disgusto,una società in cui la sofferenza diventa spettacolo.
Recentemente ho sentito parlare in maniera a dir poco entusiasta di questa autrice belga, Amélie Nothomb, che molti lettori di cui mi fido elogiano e dei quali libri parlano benissimo; la fortuna vuole che Audible abbia aggiunto molti dei suoi titoli al catalogo, e io così ho potuto approfittare di ascoltare un audiolibro di questa autrice: il titolo che ho scelto è Acido Solforico, romanzo del 2005 pubblicato in Italia da Voland edizioni l’anno successivo, nella traduzione di Monica Capuani.
Di cosa parla Acido Solforico?
Il romanzo racconta un futuro prossimo e inquietante in cui viene creato un nuovo reality show che promette di essere un grande successo: Concentramento. Il titolo non è scelto a caso: il programma si ripropone di creare l’esperienza di un campo di concentramento, dividendo i concorrenti in capò e prigionieri, in cui la morte e la violenza sono reali e sullo schermo in diretta nazionale.
Questo lo scenario di questa favola oscura e amara che Nothomb ci racconta, portando all’estremo la tendenza a spettacolizzare tutto della nostra società e scrivendo una storia provocatoria, con tematiche forti e senza filtri.
Acido solforico ci immerge subito nella sua storia, con l’aiuto della scrittura limpida e diretta della sua autrice, che entra subito nel vivo e non abbellisce la realtà che racconta, in una sincerità disarmante senza artifizi.
La distopia di Nothomb ha la caratteristica di sottolineare la tendenza della società moderna di fare diventare spettacolo pubblico ogni cosa, anche il dolore e la violenza. La metafora moderna dei reality serve proprio a questo: con una critica feroce a questpo mettere in tv tutto, vediamo una macabra accezione del termine dove assistiamo all’indifferenza popolare alla crudeltà. Con un cinismo disarmante, che allo stesso tempo è molto realista Nothomb racconta il ruolo dei media nell’indignazione generale, l’impotenza e la mancanza di voglia di cambiare la situazione. E fa paura perché sembra un disegno di quello che potrebbe accadere veramente se uno show del genere fosse creato.
Il parallelo è fatto tra l’egoismo e l’intolleranza del mondo di oggi e l’olocausto e l’odio nazista. Con la sua storia spietata l’autrice ci mostra i presupposti per il quale la storia insegna ben poco, l’indifferenza per il destino altrui è all’ordine del giorno ancora oggi e un paese intero assiste allo spettacolo della morte e della perdita d’identità senza battere ciglio.
L’identità anche è un tema centrale, legata alla spersonalizzazione da reclusione ispirata ai campi nazisti: ogni persona ha un codice numerico, le persone vengono private oltre che della dignità anche di quella parola che li identifica come una persona, il nome. Lo scoprire i nomi di una delle protagoniste e il tema del nome rimarranno cose centrali importante per tutta la storia: il nome libera, avere un nome ti dà una luce diversa, unica, personale.
I due personaggi centrali di Acido Solforico storia sono due donne, una prigioniera e una carceriera: due protagoniste agli antipodi, con una caratterizzazione ben riuscita che incarnano l’archetipo della salvatrice e di chi deve essere salvata, che incroceranno le proprie storie alla ricerca di un po’ di Umanità reciproca e di una redenzione. A questo proposito, viene fatto un parallelismo tra una delle protagoniste e Gesù Cristo: la prigioniera viene innalzata a nuova e sola salvatrice, incarnando i valori che ormai sembrano perduti dalla società e predicando il rispetto e giustizia, andando contro a tutti.
Nothomb scrive questo libro come chiara provocazione di una società asservita ai media, allo spettacolo e alla già nominata spettacolarizzazione di tutto, specie per la violenza; una denuncia aperta a una società che non impara dal passato, apatica e distaccata dalla realtà ma allo stesso tempo che ammira lo spettacolo della violenza. È facile giudicare i libri di storia e condannare il passato, ma noi se fossimo stati al loro posto avremo fatto qualcosa? Avremmo lottato per la libertà e l’ingiustizia?
Impressionante è come nell’esagerazione Nothomb sia riuscita a incarnare parte dello spirito della società moderna, l’egoismo, l’indignazione, il legame morboso con i media.
L’unica cosa che invece non ho apprezzato al 100 per cento è stato invece il finale, ma il romanzo l’ho trovato in linea generale bellissimo, atroce, ma davvero un piccolo gioiello.
Quindi Acido solforico lo consiglio, perché è un libro potente e senza mezzi termini, che racconta in un perverso gioco televisivo alcuni problemi della società contemporanea.
Se volete leggere il libro, potete acquistarlo al link affiliato Amazon.
Se volete leggere altri consigli di lettura invece vi invito nella sezione del blog Le recensioni di Book-tique.
Alla prossima con una nuova recensione!
Giorgia
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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