Identikit Letterari: Mary Shelley
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C’era una volta una donna che scrisse un romanzo che è rimasto nella storia della letteratura e nella cultura pop contemporanea, una di quelle storie iconiche che ognuno conosce anche solo vagamente, pubblicata in forma anonima in prima edizione per evitare i pregiudizi di un romanzo scritta da una penna femminile.
Avete indovinato: Mary Shelley è la è protagonista di questo identikit letterario, famosa per l’iconico Frankestein ma da ricordare per la sua influenza letteraria dell’ottocento.
La vita di Mary Shelley, tra tragedie e letteratura
Mary Godwin nasce a Londra il 30 agosto 1797, figlia di William Godwin e Mary Wollstonecraft. Il padre di Mary era uno scrittore e giornalista, celebre per le sue precoci idee contro le istituzioni della società del tempo, come famiglia e matrimonio, mentre la madre era una filosofa, progressista e una precorritrice dei moderni movimenti femministi. La madre infatti è stata autrice di A vindication of the rights of woman (1792), uno dei primi scritti filosofici femministi della storia.
Mary incontrò a sedici anni Percy Shelley, poeta già sposato, si innamorarono e scapparono assieme a Parigi. Per anni fu la concubina dell’uomo, da cui ebbe una bambina che non sopravvisse al parto, e solo nel dicembre del 1816 si sposarono dopo che la prima moglie di Shelley si suicidò.
Vissero in Italia per quattro anni fino a quando Percy morirà annegato nel golfo di La Spezia. Un altro duro colpo per la donna dopo aver perso suo figlio a soli due anni a Roma nel 1819 e la sua secondogenita nel 1818, senza dimenticare la prima figlia morta appena dopo il parto nel 1815.
Rintronò in Inghilterra con il figlio minore Percy Florence e continuò a scriver finanziata da suo suocero sir Thomas Shelley.
Morì nel 1851, a 53 anni, dopo aver sofferto di una paralisi progressiva negli ultimi suoi anni di vita.
Alla morte della donna fu trovato nel suo studio il cuore del defunto marito avvolto in una poesia.
Frankestein e l’influenza popolare, e altre opere
Frankestein lo conoscono tutti, perché è ormai parte nella cultura popolare: dai film, alle trasposizioni teatrali, ai remake, alle citazioni, alle maschere di Halloween, è impensabile dire a qualcuno Frankestein e trovarsi di fronte qualcuno che non ne abbia mai sentito parlare. Tante persone sanno che è un mostro, un po’ di meno che è il professore che ha dato vita al mostro, meno ancora del libro, pochi sanno che la sua autrice è stata una donna. Una donna straordinaria, che ha inventato un genere letterario e scritto un capolavoro che rimarrà per sempre nella storia della letteratura, nonché l’opera che ha fatto da capostipite alla moderna fantascienza.
La storia della nascita di Frankestein è curiosa: nacque infatti in svizzera in una riunione tra letterati, in cui a un certo punto si decide di scrivere storie di fantasmi. C’era Lord Byron che diede il suo parere sulla prima vera bozza del lavoro di Shelley. Dopodiché la pubblicazione: prima in anonimo, mentre solo la seconda edizione presentava il nome della sua autrice. E le edizioni non sono finite, Frankestein continua a essere stampato dalle case editrici di tutto il mondo ed è rimasto un’opera immortale. Pensate che il celebre mostro creato da Shelley è l’icona horror più conosciuta al mondo. Solo una scrittrice straordinaria avrebbe potuto creare un’opera che gode di vita eterna. Ma come mai di Mary Shelley è così famoso solo Frankestein? Eh sì, perché non ha scritto solo quello nella sua vita.
La bibliografia di Shelley è infatti varia e soltanto in tempi recenti è stata rivalutata dalla critica, che la consideravano mediocre. Probabilmente è rimasta in ombra specialmente per il lavoro del marito anche lui famoso scrittore, ma anche per colpa di quel meraviglioso romanzo che la rese celebre anche in vita tanto da eclissare completamente tutte le opere successive.
Delle altre opere della scrittrice inglese ricordiamo History of Six Weeks’ Tour through a Part of France, Switzerland, Germany, and Holland, with Letters Descriptive of a Sail round the Lake of Geneva, and of the Glaciers of Chamouni, scritto con il marito nel 1817, Matilda, 1818, pubblicato postumo solo negli anni ’50, Maurice o La capanna del pescatore (Maurice or the Fisher’s Coat), 1820 e Valperga (Valperga or The Life and Adventures of Castruccio, Prince of Lucca), 1823 e L’ultimo uomo (The Last Man), 1826, The Fortunes of Perkin Warbeck, 1830, Lodore, 1835 Falkner, 1837.
Questo mese, per il mio gruppo di lettura Donne attraverso la letteratura leggiamo uno dei libri di Shelley, preso dalle sue opere minori: la lettura di gennaio è Mathilda.
Per concludere, Mary Shelley è stata dunque una scrittrice che ha fatto la storia, una donna indipendente che ha vissuto una vita peculiare, ma che venne oscurata dal suo lavoro più famoso, ma che merita di essere approfondita anche nelle altre sue opere.
Al mese prossimo con un nuovo approfondimento degli Identikit letterari.
Giorgia
Le fonti usate per questo articolo
Biografia nell’edizione Penguin Classic di Frankestein
https://www.progettobabele.it/Consiglilettura/mshelley.phphttps://lamenteemeravigliosa.it/mary-shelley-biografia-di-una-mente-creativa/
http://www.zam.it/biografia_Mary_Shelley
https://it.wikipedia.org/wiki/Mary_Shelley
In copertina Ritratto di Mary Shelley di Richard Rothwell esposto al National Portrait Gallery via wikicommon
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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