Recensione di Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Reading Time: 2 minutes
Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Classico
Feltrinelli Editore
Cartaceo- Ebook - Audiolibro
254
Giuseppe Tomasi, duca di Palma e principe di Lampedusa, nacque a Palermo nel dicembre del 1896 e morì a Roma nel Luglio del 1957. Il suo capolavoro, Il Gattopardo, pubblicato un anno e mezzo dopo la sua morte, rimase a lungo inedito, rifiutato da molti ediori, ma al suo apparire fu subito riconosciuto come una delle massime opere letterarie del nostro secolo. Tradotto in tutto il mondo, letto da milioni di lettori, portato sullo schermo, Il Gattopardo è ormai un classico. Siamo in Sicilia, all'epoca del tramonto borbonico: è di scena una famiglia della più alta aristocrazia isolana, colta nel momento rivelatore del trapasso di regime, mentre già incalzavano i tempi nuovi (dall'anno dell'impresa dei Mille di Garibaldi la storia si prolunga fino ai primordi del Novecento). Accentrato quasi interamente intorno a un solo personaggio, il principe Fabrizio Salina, il romanzo, lirico e critico insieme, ben poco concede all'intreccio e al romanzesco tanto cari alla narrativa dell'Ottocento. L'immagine della Sicilia che invece ci offre è un'immagine viva, animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica, politica contemporanea.
Non leggo molti classici italiani, e non so bene il perché. Per questo quando per il gruppo di lettura dedicati ai classici che seguo, Maratona classica organizzato da Leggo quando voglio, abbiamo letto Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa mi sono approcciata alla lettura con entusiasmo e un po’ di spavento.
Di cosa parla Il gattopardo?
Questo romanzo narra la storia della famiglia Salina, nobile famiglia siciliana con a capo don Fabrizio, durante un periodo storico di transito come la fine dell’era dai Borbone e la liberazione dei mille e l’unità d’Italia. Il nobile principe, poeta colto e con molta autorità nella sua zona, non sembra essere toccato da i cambiamenti politici finché non gli viene affidato un ruolo politico nel nuovo stato. Rifiuta il posto e propone suo nipote Tancredi che poco dopo passa dal lato dei Savoia e si fa portatore dei nuovi valori da essi portati avanti. Da qui si sviluppa la storia di Il gattopardo, un romanzo lirico e poetico che racconta la decadenza di una nobile famiglia di principi.
La storia raccontata dall’autore è niente di meno che parte della storia della sua stessa famiglia: Tomasi da Lampedusa era erede di una famiglia di aristocratici minori siciliani, e don Fabrizio è stato ispirato dal bisnonno dell’autore che visse durante il risorgimento.
Interessante è la storia editoriale del romanzo di Tomasi di Lampedusa: la sua pubblicazione è stato rifiutato da Einaudi e Mondadori, per essere poi pubblicato l’anno dopo la morte dello scrittore da Feltrinelli per essere insignito del premio strega e aver venduto 100 mila copie.
La storia di Il gattopardo è forte di una prosa poetica, abbondante, che descrive con minuzia l’aristocrazia italiana di fine Ottocento, gli ambienti, le famiglie, gli atteggiamenti, ma propone anche la fotografia di una Sicilia con i suoi pregi e difetti, rilasciando a noi un quadro perfettamente disegnato. Lo stile barocco e ricercato è di certo la parte più peculiare di questo romanzo secondo me, che lo rende speciale e unico nel suo genere.
La componente storica è un sottofondo agli avvenimenti della famiglia, che li coinvolge più o meno lateralmente facendo per certi versi del revisionismo storico. Viene raccontata infatti una diversa prospettiva del risorgimento italiano e della monarchia che ne è nata.
Ma più che un romanzo storico Il gattopardo è rimasto nella storia per la sua analisi di quella aristocrazia decadente, focalizzandosi sulla condizione esistenziale dell’uomo e il suo inesorabile cammino verso la morte. Un romanzo che parla di decadenza, d’accidia, e di come si possa accettare inesorabilmente il cambiamento senza cambiare nulla nella propria vita.
Il gattopardo è un romanzo maestoso per la sua scrittura, un classico moderno della nostra letteratura che mischia la storia del nostro paese e l’esistenzialismo, raccontandoci il destino decadente di un’antica famiglia di principi siciliani.
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Se volete leggere altri consigli di lettura invece vi invito nella sezione del blog Le recensioni di Book-tique.
Alla prossima con una nuova recensione!
Giorgia
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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