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Un libro al cinema: Pastorale americana (2016)

Reading Time: 4 minutes

La pellicola di cui vi parlo oggi è tratto da uno dei libri più importanti della contemporaneità, vincitore del premio Pulitzer nel 1998: vi racconto Pastorale Americana, il film questa volta.

La produzione è del 2016, con alla regia Ewan Mc Gregor, alla prima volta alla regia. Tra il cast figurano Dakota Fenning, Jannifer Connelly, Peter Riegert, Uzo Aduba, Molly Parker, David Strathaim, e lo stesso Mc Gregor come protagonista.

La trama di Pastorale Americana

Nathan Zuckemberg, celebre scrittore, incontra a una festa un vecchio compagno di scuola, che gli racconta la storia del fratello appena defunto, lo Svedese, l’idolo di tutti, campione sportivo e ragazzo più popolare della scuola.
Zuckemberg esplora così la vita passata dello svedese, per capire cosa è successo a quell’uomo che credeva che avrebbe avuto tutto nella vita.

Seymour “lo svedese” Lebov, ex sportivo e direttore di una fabbrica di guanti ha sposato la reginetta di bellezza Dawn e da lei ha avuto una bambina di nome Merry; i genitori sono molto legati alla figlia, anche se sin da piccola si rivela difficoltosa, con problemi di autostima e una forte balbuzie.
A 16 anni, dopo essersi unita a un gruppo di politicanti attivisti contro la guerra del Vietnam, Merry e una amica faranno saltare in aria l’ufficio postale del minuscolo villaggio dove abita la famiglia, dandosi subito dopo alla macchia e distruggendo la sua intera famiglia.

La recensione del film

La trasposizione cinematografica è un fedele e complessivamente un ben riuscito adattamento del romanzo di Roth, partendo dalla resa dell’immagine. La fotografia e l’ambientazione risultano impeccabili, ricreando il perfetto quadro dell’America a partire dagli anni ’50 prima e anni sessanta poi raccontata dallo scrittore nella sua opera.

La storia inizia evidenziando colori brillanti, l’opulenza e la felicità apparente dello stato ma anche dei protagonisti di questa storia, per poi passare a tonalità sempre più cupe e sbiadite man mano che la storia va avanti, rendendo perfettamente il contenuto della storia veicolata.

L’ambientazione come dicevo è stata ricreata in maniera eccezionale, aggiungendo anche spezzoni in bianco e nero presi dalla TV del tempo per integrare la storia delle rivolte negli Stati Uniti, o mostrare le immagini cruente di quel che accadeva in quegli anni in Vietnam e per le strade delle città Americane.

La scena dell’esplosione poi ha un impatto molto forte e simbolico, una delle migliori del film.

Le interpretazioni sono ottime, dove vediamo i tre protagonisti della storia, Mc Ewan, Connelly e Femming che danno un volto a quei personaggi letterari in maniera a mio avviso perfetta.

Il film segue un filone narrativo piuttosto semplice e lineare, reinterpretando la struttura assai più complessa che Roth aveva messo in atto nel suo scritto (che gli ha permessi di ricevere il massimo riconoscimento letterario del suo paese), dove la regia ha optato per qualcosa di più semplice e comprensibile credo per il pubblico.

Le differenze con il romanzo

Se bisogna ammettere che la storia dello Svedese è stata portata in scena in maniera quanto più fedele, si possono notare certo alcune differenze con il romanzo, partendo sicuramente da quello che l’opera di Roth ha voluto comunicare.

Se Pastorale Americana, il romanzo questa volta, con il suo profondo dramma, lascia il lettore fortemente turbato (o almeno così ha fatto con me) per tutta una serie di messaggi che esso veicola, con l’ambiguità che il suo protagonista e la sua storia portano con sé, lo stesso non fa il film. O almeno non riesce allo stesso modo.
Non vuole essere una critica spietata la mia, ma la forza del romanzo di Roth è anche questa, riportata ampiamente nel dramma che viene raccontato nel grande schermo, che sicuramente nello spettatore porta anche lui sofferenza, dilaniazione, compatimento per i protagonisti della storia; ma il lavoro di Roth è su un livello diverso e difficilmente paragonabile il coinvolgimento emotivo che le due opere portano nello spettatore.

Come già dicevo sopra, la regia ha scelto, per il media diverso a disposizione, di linearizzare una storia non lineare, più complessa e tratteggiata come quella scritta da Roth e di semplificare i messaggi in essa veicolato. Molta attenzione viene dato al rapporto padre-figlia, e alla figura della stessa Merry, che nel romanzo ha un peso diverso, ma anche sembra erotizzare di più la figura dello Svedese. Il protagonista ne esce meglio dal film che dal libro, non commette molti sbagli che nel libro fa (baciare la figlia sulla bocca, scena trasposta in maniera diversa nel film, oppure intraprendere una relazione extraconiugale con la psicologa) e nonostante il dubbio venga comunque su di lui, cade diciamo a testa alta, più come uno sfortunato che cose fautore del proprio destino.

Viene data una resa diversa anche dell’idea del Sogno Americano; quello che nel romanzo viene smantellato, fatto a pezzi e sminuzzato sempre di più, dell’eroe del college che invece di diventare l’uomo di successo che si aspettava da lui ha vissuto una vita completamente diversa, anche grazie alle azioni che ha commesso. Nel film è molto meno amplificata come cosa.

Il finale è molto cinematografico e scenico, ma non è quello del libro, tagliando completamente il finale a mio avviso disturbante ma perfetto.

Concludendo, Pastorale americana è un buon film, che rende bene l’immaginario costruito da Roth nel suo romanzo; ma il pastorale americana di Roth rimane un capolavoro, cosa che la pellicola non e riuscita a trasmettere completamente.

Dunque vi suggerisco di guardare il film o no? Certo che si! Il film è davvero buono, io sono un po’ esigente quando guardo una pellicola tratta da un libro letto, ma questo in fondo da una valida rappresentazione al gioiello letterario di Roth.

Se volete acquistare il film in DVD vi lascio il link affiliato Amazon.

Trovate invece a questo link la recensione del libro Recensione di Pastorale Americana

E per ultimo vi lascio il Trailer ufficiale del film:

Voi lo conoscevate? Lo avete visto? Cosa ne pensate?

Siete d’accordo con la mia recensione?

Il mese prossimo vi parlerò di un nuovo film, tratto da un nuovo libro, quindi a presto.

Giorgia

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