Douglas Adams Guida galattica per autostoppisti recensione film tratto da libro

Un libro al cinema: Guida galattica per autostoppisti

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Se vi dicessi 42, porta sempre con te l’asciugamano, la vita l’universo e tutto quanto, addio e grazie per il pesce e don’t panic, a cosa pensereste? Ma certo, all’opera cult firmata da Douglas Adams, ovvero la trilogia in cinque parti di Guida galattica per autostoppisti.

Da questo classico moderno della fantascienza umoristica nel 2005 è stato tratto un omonimo film, che oggi sarà protagonista del nostro approfondimento di Un libro al cinema.

Il film è stato diretto da Garth Jennings, su la base della sceneggiatura scritta proprio da Adams prima della sua scomparsa, ripresa da Karey Kirkpatrick; la pellicola include nel suo cast Martin Freeman, Sam Rockwell, Mos Def e Zooey Deschanel.

La trama di Guida galattica per autostoppisti

La storia inizia, quando, Arthur Dent sta difendendo la propria casa dalla demolizione, a causa di un autostrada che deve passargli sopra. Non sa però che tutto il pianeta tutto per venire distrutto dall’armata Vogon a causa di una autostrada iperspaziale che deve passare proprio sopra la Terra.
Ne verrà informato dal suo strano amico Ford Perfect, non discendente delle scimmie come lui, ma originario di un piccolo pianeta vicino Betelgeuse.

I due riusciranno a scappare poco prima dell’esplosione, e saliranno come autostoppisti sulla nave dei temibili Vogon per salvarsi.
Rischiando da subito la vita, verranno salvati dalla navicella Cuore d’oro dove ci troveranno il fuggitivo Zapdor, presidente della galassia, e Trillian, ragazza terrestre che per una strana coincidenza aveva flirtato con Arthur a una festa qualche giorno prima.

Da questo punto inizieranno le loro avventure spaziali tra robot depressi, motori a improbabilità infinita, asciugamani e domande essenziali.

La recensione del film

Dagli anni ’80 questo romanzo (o serie), già prima racconto radiofonico diventato ormai fenomeno di culto, ha aspettato decenni per finire sul grande schermo e divenire film: infatti la sua trasposizione vede luce nel 2005 con questa pellicola.

La fotografia è sgargiante, i colori che accompagnano il film sono brillanti, vivaci, che ispirano allegria.
La musica anche essa è ben fatta e ben integrata al girato, con un picco di certo all’inizio con la canzone dei delfini, Addio e grazie per il pesce (So long and thaks for all the fish in lingua originale), che rimarrà nel cuore dei fan penso per sempre.
Le interpretazioni sono buone, non le definirei eccezionali, ma perfette per la storia raccontata, e corredate da una grossissima dose di humor inglese.

L’assurdità del libro viene riproposta in maniera decisamente fedele del suo corrispettivo cinematografico, ma a livello tecnico, bisogna essere onesti, non c’è qualcosa da sottolineare particolarmente: il film è un buon film, ma nessuna caratteristica tecnica lo contraddistingue da una commedia tradizionale. Sicuramente alcuni effetti speciali sono più riusciti di altri, ma si mette sul primo piano la storia e i suoi paradossi rinunciando ai virtuosismi cinematografici.

Differenze tra il primo libro della saga e il film

Il film è abbastanza fedele al primo romanzo e ricrea l’ambientazione che si legge tra le pagine di Adams, anche perché la sceneggiatura è stata iniziata dal suo mitico autore prima della sua dipartita.
Guardando le scene di Guida galattica per autostoppisti si respira quell’aria divertente e folle che si legge tra le pagine, descritta magistralmente nella storia originale, e riportata con tutta la sua ironia sullo schermo.

Alcune battute sono praticamente identiche anche se ovviamente, per i tempi tecnici e differenza di medium, qualcuna delle più brillanti, come per esempio le varie spiegazioni della Guida che ci accompagnano durante la lettura del romanzo, sono state tagliate.

Devo dire che, rivedendolo per l’ennesima volta, ho notato che in Guida galattica per autostoppisti, il romanzo stavolta, non c’è così tanto romanticismo quanto nel film, di cui ne farei la principale differenza tra le due opere, assieme a un finale lievemente diverso.

Questo è un altro caso in cui ho visto prima la pellicola che letto il libro, lettura che ho rimandato per anni.
Vidi per la prima volta il film ormai quasi 10 anni fa e me ne innamorai per la sua ironia incredibile e il suo paradosso costante; so che sono gusti in questo caso, ma adoro quando le cose sono così divertenti, paradossali e geniali. Leggere il libro tanti anni dopo, dopo tante visioni del film, mi ha fatto amare ancora di più la storia e la sagacia del suo autore: come sempre, o quasi, il romanzo è decisamente migliore della sua trasposizione, e rivedendolo stavolta successivamente ad aver letto le pagine di Adams mi ha fatto ragionare su quanto lo scritto, almeno per me, sia bello e ricordare i suoi adorabili intrecci e giochi stilistici.
Insomma, diciamo che per una questione sentimentale il film rimarrà sempre nel mio cuore, ma il libro è meglio!

Devo ancora finire la saga, ma è uno dei quei obbiettivi della vita che prima o poi raggiungerò.

Finendo anche questa puntata di Un libro al cinema, Guida galattica per autostoppisti è un film spassoso, che rende giustizia a un’opera che è un cult di cui molti di noi sono grandissimi fan; speriamo di vedere prima o poi tutta la saga sullo schermo, magari nella famosa serie TV di cui si rumoreggia da moltissimo tempo!

E mi raccomando, don’t panic.

Voi lo conoscevate? Lo avete visto? Cosa ne pensate? Siete d’accordo con la mia recensione?

Il mese prossimo vi parlerò di un nuovo film, tratto da un nuovo libro, quindi a presto.

Giorgia

Guarda il trailer ufficiale

Reading Time: 3 minutesSe vi dicessi 42, porta sempre con te l’asciugamano, la vita l’universo e tutto quanto, addio e grazie per il pesce e don’t panic, a cosa pensereste? Ma certo, all’opera…

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