Diario letterario di un’italiana in Australia I bushfire australia

Diario letterario di un’italiana in Australia: i BushFire in Australia

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Quello di oggi non sarà un diario come tutti gli altri, ma qualcosa di diverso, di certo più importante.

Sabato della settimana scorsa mi sono svegliata a mezzogiorno dopo una settimana pesante, avevo deciso di recuperare per bene le forze.
Quando mi sono affacciata per vedere che tempo ci fosse e magari pensare di andare in spiaggia, la finestra mi ha mostrato un cielo grigio, nebbioso, fumoso.

Nonostante sia estate qui le finestre di casa erano tutte chiuse e non per l’aria condizionata: c’era tutto intorno puzza di bruciato.
Eccoli, mi sono detta, i famosi bushfire. E non credevo potessero arrivare tanto vicini a me.

Ho avuto paura, visto che vivo in un paese che sta bruciando.

Poi ho scoperto che l’incendio era a 40 km, e, parlando con i vicini australiani, che noi siamo al sicuro, circa, perché abbiamo la spiaggia letteralmente a 5 minuti di strada a piedi; in più l’allarme lo danno mezz’ora prima dell’evacuazione, dicono.

Ma io ho avuto paura lo stesso; ho avuto paura ma io sono al sicuro.

Il resto dell’Australia, tutta la vegetazione unica al mondo, tutti gli animali che non esistono in altri luoghi, no.

Pezzi importanti, per quanto lontani da voi, di questo pianeta.

In molti mi hanno scritto da casa per sapere se stavo bene e ero al sicuro, io lo sono; mentre loro no.

I bushfire australiani stanno devastando la main land, come poche volte lo hanno fatto prima. Ma questo lo sapete, ne parlano tutti in questo periodo; ho deciso di parlane anche io oggi perché sono ospite di questo paese che mi sta dando molto e vorrei ricambiare in qualche modo.

I bushfire ci sono tutti gli anni

Per prima cosa mi sento di dire che i bushfire in Australia ci sono tutti gli anni, non è una novità di questo. La differenza è che quest’anno la situazione è peggiore del solito.

I danni fino a questo momento

In New South Wales, lo stato più colpito dagli incendi, quello di Sydney per intenderci, ai dati dell’8 di gennaio si contavano 90 fuochi accesi: sono bruciati circa 10 milioni di acri e il fuoco ha distrutto più di 1000 case.

I danni stimati ad oggi contano circa 12 milioni di acri distrutti in tutto il paese.

Parlando di paragoni è come se tutto il nord Italia e un pezzo dell’Emilia Romagna venissero distrutti.

Moltissimi parchi nazionali sono stati colpiti da questa devastazione, tra cui il Wollemi National Park, sito UNESCO, e la celebre Kangaroo island.

Il bilancio a oggi è abbastanza grave: 100 mila sono gli sfollati, 28 morti, 6000 edifici distrutti, 800 mila animali hanno perso la vita. In totale sono 8 mila sono i koala che hanno lasciato questo mondo a causa del fuoco, ma al contrario delle notizie che si stanno diffondendo su internet NON SONO ANCORA ESTINTI funzionalmente (che significa che non ci sarà possibilità di riproduzione della specie nel lungo periodo), UFFICIALMENTE, lo ha annunciato anche WWF Australia; ma il pericolo è alto comunque, perché mentre uccelli e animali più veloci riescono a scappare, creature piccole come koala e wombat piccoli e lenti vengono colpiti maggiormente.

È giusto essere preoccupati, perché i danni sono molto alti, ma è sbagliato pensare che l’Australia stia bruciando tutta: questo stato è immenso e conta quasi 800 mila ettari di terreno; fino oggi è bruciato solo l’1,4%, quindi fortunatamente non sta bruciando tutto il paese; non è nemmeno la peggiore estate della storia, perché quella tra il ’74-’75 ha visto bushfire che hanno colpito 100 milioni di ettari; la situazione è diversa se si vede il particolare infatti in New South Wales la stagione è la più brutta di sempre, poiché gli incendi qui hanno attaccato il doppio del territorio della stessa annata di riferimento.

Non sto dicendo di stare tranquilli e di pensare che l’emergenza non sia reale; i dati non sono ancora i peggiori di sempre, ma l’estate è appena iniziata, il caldo si protrarrà per altri due mesi e quindi queste non si possono considerare stime definitive, anzi; la preoccupazione è che questo sia solo l’inizio.

Cosa causa i bushfire?

Le cause di qesti fuochi sono molteplici, e possono essere ricondotte a una serie di motivi: eventi naturali, colpa umana, le condizioni atmosferiche di quest’anno e il cambiamento climatico.

La prima miccia che da via ai bushfire sono gli eventi naturali: tradotto in parole povere, i fulmini in aree deserte e lontane dalla presenza dell’uomo. Un’altra causa naturale sono i tralicci della corrente.

L’uomo ha le sue colpe, poiché alcuni incendi prendono vita anche per colpa della mano umana: non piromani, ma persone che non si sono curati molto dell’emergenza; e così che fiammiferi non spenti bene, mozziconi di sigaretta, barbecue andati male. Si dice su internet che più di 150 persone sono state accusate di essere causa dei fuochi, ma ben pochi sono stati arrestati.

Capito il perché nascono i bushfire, ora sorge spontanea la domanda: come mai si propagano tanto?

La causa principale è meteorologica: questa primavera estate è caldissima, e molto secca. Non piove, la primavera del 2019 si sono verificate il 40% di precipitazioni in meno della media. Aggiungiamo un caldo sopra la media, e le basi per la diffusione di un fenomeno frequente d’estate in questo stato abbiamo le condizioni ideali per proliferare dei fuochi. In Australia le temperature medie si sono alzate di 1,5 gradi e la stagione che ha avuto inizio lo scorso anno è stata la più secca da più di 100 anni; nella mia piccola esperienza personale posso affermare che un po’ si sente la differenza rispetto all’anno scorso: in genere d’estate in Australia fa si molto caldo, ma le pioggia sono abbondanti e frequentissime. Quest’anno invece non piove quasi mai.

Quindi l’aria secca favorisce la combustione della vegetazione che disidratata prolunga la durata dei fuochi e i venti traspirtano gli incendi su diemnsioni più estese.

Le temperatura, infine, sono più alte per il tanto messo in discussione riscaldamento globale.

Cosa stanno facendo per combattere questa emergenza

Ho una prospettiva privilegiata per raccontarvi cosa si sta facendo nel concreto, e partirei dalla prevenzione: in ogni stato australiano c’è l’emergenza incendi e bisogna chiedere un autorizzazione scritta per accendere ogni tipo di fuoco all’aperto, molto spesso negata.

Poi c’è informazione, al telegiornale quasi ogni edizione si trovano le misure di sicurezza da adottare in caso di incendio.

I pompieri australiani stanno facendo un lavoro grandioso, ma alcuni fuochi sono molto difficili da spegnere: secondo le stime si anno più di 10 mila firefighter, la maggior parte volontari.

Cosa possiamo fare noi per aiutare l’Australia

Chi è in Australia, specialmente negli stati interessati, può offrirsi come volontario.

Chi è oltre oceano può aiutare concretamente, perché, mi spiace dirlo senza filtri, le preghiere possono far poco contro quello che sta succedendo.

Se vi va di aiutare gli animali che stanno soffrendo questa calamità mi viene subito da suggerirvi di donare a WWF Australia, che è attiva concretamente in molte aree colpite e abitate dalla wild life.

Un’altra associazione che vi segnalo è Wires Emergency Found.

Infine abbiamo The rescue Collective un altra associazione volontaria che aiuta gli animali locali.

Se volete dare un sostegno ai vigili del fuoco, questi sono quelli degli stati interessati:

  • Pompieri del New South Wales NSW RFS
  • Pompieri di Victoria VIC CFA
  • Pompieri del South Australia SA CFA

La croce rossa australiana è anche molto attiva aiutando le comunità che hanno subito danni per gli incendi, con sostegno fisico e psicologico, ma pure mantenendo i contatti con i propri cari.

Altre associazioni attive sul territorio sono L’esercito della salvezza (Salvation Army Australia) e la St. Vincent de Paul Society Australia.

Come dicevo sopra l’estate poi è appena iniziata, e quindi non si possono ancora considerare questi dati come definitivi, poichè il fresco tornerà dopo la fine di febbraio, i bushfire continueranno e la preoccupazione generale è molto alta.

Non sono brava in queste cose, ed è la prima volta che scrivo un articolo del genere; lo scopo è quello di sensibilizzare voi tutti per dare un aiuto all’Australia.
La mia paura più grande sapete qual è? Non vorrei raccontare ai miei nipoti un giorno che io sono stata tra gli ultimi esseri umani a vedere un koala selvatico nel suo habitat naturale.

E speriamo piova presto.

Giorgia

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