Diario letterario di un’italiana in Australia: buon 2020
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Buon 2020 lettori! Come state? Avete passato bene le feste?
Le mie sono state festività strane: questo è stato il leit motive di questo periodo.
Queste ultime due settimane sono state abbastanza disarmanti per la serie di bizzarri eventi che ci si sono presentati davanti, ma anche stavolta ce l’abbiamo fatta a sopravvivere.
Come già vi anticipavo nell’ultimo diario qui in Australia, nel turistico villaggetto in cui stiamo vivendo, lo spirito festivo non si sente un granché. Sarà che del natale non gliene frega un granchè, sarà che ci sono meno di 900 persone, sarà che ora loro sono concentrati sulla stagione che inizia perché l’estate sta arrivando e assieme a lei i turisti, e quindi loro non ci pensano. E nemmeno noi molto, avvolti in questa cupa atmosfera. Noi no, almeno non tutti: io il natale lo amo e ho un po’ sofferto della cosa. Anche se in fin dei conti poi la giornata di Natale è stata una gran bella giornata; però, un natale così strano non l’ho mai passato in vita mia.
Andando in ordine io e dolce metà abbiamo iniziato a lavorare la settimana prima di natale, dunque abbiamo anche lavorato nei giorni tra le feste in cui non sono public holiday qui. Avendo appena iniziato ovviamente non mi lamento i lavorare durante le feste, quindi anche quello ha inciso sulla percezione delle stesse. Il lavoro sta andando moderatamente bene, e quindi come lamentarsi nel complesso?
A rovinare questa scia di buone nuove la vigilia di natale abbiamo ricevuto una notizia che ci ha lasciato un po’ perplessi: la nostra padrona di casa, o di container se meglio possiamo dire, ci ha detto che l mattina di natale dovevamo lasciare la cabina, prima delle dieci. Buon natale insomma. Una storia che sembrava senza alcun senso compiuto. Come si fa a cacciare la gente il giorno di natale? Gente che ha pagato l’affitto per una settimana per giunta?
Si fa, perché lei lo ha fatto. Solo che non si può dire la sera prima a tre persone <<no domani andae via>>, soprattutto se pochi giorni hai preso di buon grado tutti i loro soldi per la settimana. Dopo qualche lamentela e contrattazione ci ha infatti dato gratis due stanze singole, perché in effetti non si è comportata proprio bene. Ma rimane il fatto che il giorno di natale abbiamo vissuto qualcosa di molto simile ad un trasloco. Bene, ma non benissimo.
Il resto della giornata è andata molto bene, abbiamo pranzato tutti insieme con arrosto e lasagne, e ho fatto pure una torta meravigliosa di auto celebrazione (eh si, perché il giorno di Natale si festeggia anche l’anniversario della mia nascita). È stato un bel modo di festeggiare il natale sul prato, sotto il sole, anticipato da una passeggiata sulla spiaggia. Nel male, insomma abbiamo salvato in qualche modo il natale!
Il giorno dopo siamo andati da Andrew, alias il nostro nuovo padrone di casa, e andandoci mi sono sbucciata malamente il ginocchio, anche se non è la parte importante della frase; la cosa bella è che ebbene si, abbiamo una casa!
La storia di questa casa è molto semplice: sapendo che noi non potevamo starci molto in quel caravan Park, anticipando la simpatica padrona che ci ha cacciati così dal giorno e la notte, abbiamo iniziato a guardarci intorno per trovare qualcosa i più stabile. Un nostro collega di lavoro, l’adorabile vecchietto di nome Mark, ci ha proposto una casetta nella periferia di Bicheno: devo essere onesta le condizioni iniziali dell’abitazione erano pessime, ma pessime pessime. Il costo era davvero basso, il padrone di casa un po’ strano ma molto gentile e disponibile, ma soprattutto la casa era nel complesso bellina con un giardino invidiabile e pieno di piante e ortaggi, con anche un bel portico con barbecue. Questa combinazione i cose ci ha portato a dire di si e ci siamo trasferiti, dopo una pulizia da certosini per trasformare di nuovo l’abitazione in qualcosa di vivibile!
Ora infatti viviamo qui (sto scrivendo sul tavolo in giardino in questo momento, in mezzo al verde la creatività aumenta magistralmente) e ci stiamo abituando di nuovo dopo mesi di ostello e caravan ad avere una casa vera e propria.
Abbiamo iniziato il nuovo anno in questa nuova abitazione anche, senza quasi ricordarci che il vecchio stava per finire: queste festività sono state decisamente molto strane per noi come già vi dicevo e ci siamo accorti in pratica solo il 31 che il 2019 era giunto al termine. Non abbiamo fatto grandi feste, ne cose incredibili infatti, abbiamo cominciato il nuovo anno con qualche birra e un bel barbecue il primo dell’anno.
In queste festività, come d’altronde tutto il periodo che sto passando qui a Bicheno, le mie letture sono proseguite ad un passo sostenuto. Ho finito dopo mesi e mesi di lettura Lo Scontro dei re, secondo capitolo della saga delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin, e devo dire nonostante le ore infinite di lettura il volume mi è piaciuto: un po’ meno dle primo se devo essere sincera, ma abbastanza da farmi voler proseguire la saga e finirla, con la speranza che chissà, magari nel 2020 George pubblicherà qualcuno dei volumi conclusivi.
Ho letto anche Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino, che è stato il libro con cui ho terminato il 2019, e il giudizio ahimè per quanto mi riguarda non è così positivo; nonostante le critiche generali che avvolgono questo volume siano più che positive, a me il romanzo in questione non ha colpito altrettanto. Un’idea geniale, ma la mia lettura di questo è stata molto lenta e forzosa, e ho fatto fatica a finirlo, e me ne dispiace.
Ho iniziato l’anno invece con tre letture entusiasmanti, tutte iniziate a causa della mia partecipazione a svariati gruppi di lettura; il primo libro è La banda dei brocchi, penultimo volume mancante per finire il club del libro dedicato a Jonathan Coe, di cui sono già arrivata a metà e mi ha fatto riconoscere il Coe dei miei romanzi preferiti, La famiglia wishaw e La casa del sonno. Il secondo è una delle letture che devo intraprendere per un gruppo di lettura dedicato ai classici, dal nome Maratona classica e organizzato sempre dalla fantastica Sam del blog Leggo quando voglio, e il primo classico che ho iniziato è Le avventure di Gordon Pym di Edgar Allan Poe, che mi sta coinvolgendo molto. Una novità le 2020 è anche battere un mio grande pregiudizio, ovvero quello sul re dell’horror Stephen King, di cui ho letto solo la sua biografia fino ad ora (On writing) l’anno scorso ma di cui ho sempre avuto dei freni per quanto riguarda iniziare uno dei suoi romanzi. Il motivo è forse che lo scrittore statunitense è davvero molto popolare, e i temi che parla in genere mi terrorizzano, ma dopo aver promesso a una amica che lo ama particolarmente ch avrei provato a leggerlo, lei ha pensato bene di creare un gruppo di lettura annuale a cui sono stata “gentilmente” forzata a partecipare. Scherzi a parte, ho aderito in modo spontaneo perché è sempre bene superare i propri limiti, per questo mi butto in questa nuova avventura volentieri e ho iniziato a leggere il primo racconto di Stagioni diverse.
Sempre a livello di lettura in questo nuovo anno ho dei nuovi obbiettivi e buoni propositi; come al solito ho deciso di leggere almeno un libro a settimana ponendomi come soglia minima di lettura una cinquantina i libri; vorrei leggere alcuni romanzi che rimando da tempo, come Moby dick, Anna Karenina e Flatlandia. Vorrei ricominciare a leggere di nuovo più cartacei, cosa che avverrà per certo verso la fine dell’anno con il mio ritorno in patria, ma continuare a leggere anche in inglese; e si perchè questo 2020 è importante per me anche perchè sarà l’ultimo anno che passerò lontana da casa e rientrerò in italia a riabbracciare la mia famiglia e i miei affetti, e non vedo l’ora, come non vedo l’ora di vedere quali nuove esperienze mi porterà questo immenso paese, e gli altri viaggi che progetto nei prossimi mesi.
Insomma inizio il 2020 pieno i grandi progetti e belle speranze, che non vi rivelo ancora tutte ma pian piano spero di farvi vivere assieme a me.
Una cosa so per certa: per ancora aun pochino l’australia ma soprattutto i libri saranno da contorno a tutto questo!
Termino così il mio primo diario letterario del 2020, augurandovi di nuovo buon 2020, tante cose meravigliose per questo anno e abbracciandovi tutti!
Alla prossima
Giorgia
Se volete leggere ancora delle mie avventure in Australia prima di andare via, potete recuperarle tutte qui → Diario letterario di un’italiana in Australia.
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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