Diario Letterario di un’Italiana in Australia – Capitolo 18: L’ottimismo è il profumo della vita
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Diario Letterario di un’Italiana in Australia
Capitolo 18: L’ottimismo è il profumo della vita
Bentrovati al mio appuntamento settimanale con le telecronache dall’Australia; mi dispiace deludervi, anche questa settimana è successo poco o niente!
Iniziamo questo breve capitolo 18 con i racconti settimanali, ma vi preparo subito perché non dovete aspettarvi davvero chissà che!
Cosa ho fatto questa settimana?
Mah, poco o niente. Ho lavorato pochissimo perché avevano bisogno di lavoratori solo fino a mercoledì: sono finite le banane bel pomeriggio e ci hanno gentilmente comunicato che giovedì e venerdì potevamo starcene a casa. Lunedì è l’Australian day quindi siamo a casa anche quel giorno. Bene, ma non benissimo.
Adesso penserete che non mi va mai bene niente: e quando lavora si lamenta che lavora, quando non lavora si lamenta che non lavora, insomma! Bene, mi avete scoperta: sono una persona che non si accontenta mai di niente 😉 .
Scherzi a parte, non è bello andare a lavorare quando fai un lavoro che non ti piace, questo è certo, ma è anche normale pensare al lato economico, parte preminente della mia volontà di andarci in quella fattoria. Adesso, non ho problemi di nessun tipo, sia chiaro, ma devo comunque mettere da parte più soldi per il viaggio che intendiamo fare dopo marzo, quindi sapere di avere una settimana di paga dimezzata non è il massimo.
E la previsione è anche non ottimistica per la prossima, di settimana, visto che avremo già un giorno in meno… ma che possiamo farci? I contro del lavoro Casual australiano: pro pagano tanto conto non c’è lavoro non c’è paga, semplicissimo.
Durante questo capitolo 18 in farm c’è stato anche un po’ un clima di terrore questa settimana perché hanno licenziato un po’ di persone nella shed, destituite al minimo errore: ho avuto un po’ di ansia un paio di giorni per paura che lasciassero a casa anche me.
Contro quello che mi è stato detto, infatti, l’alta stagione è durata poco meno di un mese, la frutta è poca e il lavoro non più tantissimo; dunque, essendo state assunte davvero tante persone nell’ultimo periodo, stanno epurando un po’ il loro organico, e salutando con affetto diciamo un po’ di gente. Io che dal canto mio non mi sento proprio il genio delle banane ho iniziato ad avere un po’ di paura; non so come andrà a finire, ma anche questo fa parte di questa esperienza: la paura dell’incertezza.
Sul fronte letture devo dire che invece tutto procede molto bene. Ho finito Pastorale americana, capolavoro di Philip Roth; libro letto in meno di due giorni, che mi ha lasciata molto turbata. Bello, ma aspro come pochi libri letti in vita mia.
Ho finito anche Middle England si Coe che ci presenta il suo dipinto sull’Inghilterra contemporanea, sulla brexit, sullo scontento generale; un bel romanzo anche se io da Coe, che amo, mi aspettavo forse qualcosa di più. Non dico che sia un brutto libro, anzi è un libro che consiglio, ma se si è letto qualcos’altro di suo si sente la mancanza della sua creatività strutturale che di questo autore mi ha fatto innamorare.
Ho iniziato a leggere Lezioni di letteratura di Nabokov: sarà un libro che leggerò per tutto il 2019, e ne ho appena letto l’introduzione. La presentazione è notevole, sto per approcciarmi alle lezioni ed appunti che il professor Vladimir Nabokov teneva all’università ai tempi in cui era un professore, prima che Lolita cambiasse la sua condizione economica. Sono emozionata, perché leggendo prima i testi e poi le spiegazioni di Nabokov, che non è di certo un nome a caso della letteratura, sono certa che acquisirò una serie di nozioni da corso universitario, e dunque sono davvero impaziente d’iniziare il mio seminario letterario a lezione da un professore di eccezione.
Ultima lettura iniziata è Harry Potter e il calice di fuoco, che mi sono ricordata solo leggendolo, è stato il mio primo Harry Potter. Ho letto solo i primi capitoli, rigorosamente in inglese, e come al solito rileggere un libro letto anni fa mi dà una miriade di sensazioni, anche se so già come andrà a finire.
Finito lo spazio delle letture, non c’è più nulla da dire sulla mia vita personale. Che noiosa, penserete voi, ma anche questo fa parte della mia esperienza qui. Ora dopo due giorni di riposo forzato me ne mancano altri tre, e io ho già finito quasi le cose da fare nella mia lista. E oggi ha piovuto incessantemente, e dicono che sarà così anche domani e dopo. Quello che si chiama essere fortunati insomma!
La finisco con questo articolo, ed il mio tristissimo capitolo 18, dove si respira aria di negatività, e non avendo nient’altro da direi vi salutò così, con l’augurio, la prossima settimana, di avere qualcosa di carino da raccontare!
Baci e abbracci
Giorgia
Se vi è piaciuto questo modesto capitolo 18, prima di andare via, aspettate ancora un attimo: se ve li siete persi, ecco i capitoli precedenti:
ecco i capitoli precedenti:
Capitolo 0 Capitolo 1 Capitolo 2 Capitolo 3 Capitolo 4
Capitolo 5 Capitolo 6 Capitolo 7 Capitolo 8 Capitolo 9
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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Iniziamo questo breve capitolo 18 con i racconti settimanali, ma vi preparo subito perché non dovete aspettarvi davvero chissà che!
Ma le mie letture, in compenso, sono andate alla grande 🙂Condividi:
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