Diario Letterario di Un’italiana in Australia – Capitolo 16
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Diario Letterario di Un’italiana in Australia
Capitolo 16
Bentornati al mio appuntamento settimanale con le mie cronache australiane. Quanto vi sono mancata? Ecco a voi che inizia il capitolo 16 della mia avventura.
Questo Capitolo 16 non è così emozionante, anche perché non è successo un granché: sono tornata a pieno regime al lavoro e la settimana è iniziata in salita, una ripidissima salita.
Dopo un inizio tragico di settimana, poiché martedì il boss mi cambia mansione: non più packing ma clustering. Me lo aspettavo, questa scelta era dietro l’angolo.
Perché vi chiedete voi? Vi rispondo subito: perché alla fine mica ho imparato a essere tanto più veloce a impacchettare, e quindi con packers più brave di me in farm doveva succedere prima o poi. Me lo aspettavo, quindi prendo e porto a casa.
Clustering significa letteralmente fare dei cluster, ovvero dalla manona di banane farle diventare tanti “grappoli” più piccoli per essere poi impacchettati e venduti ai supermercati. Lo si fa con un bel coltello dopo che sono state controllate da altri colleghi. Ora, il buonsenso vi farà chiedere: chi ha messo in mano a Giorgia un coltello per ben 10 ore consecutive? Solo un pazzo. Federico, in genere, in casa non mi permette di tagliare niente, perché ha paura che mi debba portare di corsa e in ospedale, (e comunque mi sono tagliata con il coltello come prevedevo, niente di eccessivo però).
Esagerazioni a parte, invece, nel mio Capitolo 16 c’è stata anche una svolta positiva: mi sono riscoperta brava per la prima volta, al primo colpo, in un lavoro manuale, ovvero tagliare le banane. Piccole soddisfazioni in una settimana in cui il mio morale ha avuto picchi bassissimi; ammetto che essere dall’altra parte del mondo e lavorare tanto, in un lavoro così duro, sta mettendo a dura prova la mia forza d’animo, da sempre una delle mie qualità maggiori. Non mi lascio abbattere da giornate no, ma alcuni giorni è molto dura, è inutile nasconderlo.
In compenso se questo anno australiano è iniziato un po’ in salita dal punto di vista professionale, da quello letterario sta andando alla grande: ho letto come una forsennata; chi di voi sta imparando a conoscermi, sa che nei momenti no io mi rifugio nel mondo della lettura (non sono l’unica, è uno dei pregi della nostra comune passione lo so) e ho letto tanto e bene!
Ricapitolando le letture settimanali sabato scorso (come già anticipato nello scorso riassunto) ho finito di leggere la prima parte di Middle England per il primo Gruppo di lettura, quello di Coe; questo autore si fa riconoscere per il suo stile che mi incanta, in una storia attualissima che ci racconta un Inghilterra lontana dalle luci di Londra che sopravvive alla crisi del 2007. Ho letto la prima di tre parti, e già qui Coe stende una tela perfetta sulla sua storia, caratterizzando perfettamente dei personaggi che per me sono nuovi, ma altri conoscono per i precedenti volumi di questa serie, senza, tra l’altro, farmi mancare nulla per il momento dato che io non li ho letti: una buona partenza, speriamo continui così.
Ho iniziato l’avventura del Mega GDL dedicato a Lezioni di letteratura di Nabokov (a breve ci scrivo un articolo così ve ne parlo meglio) e ho letto i primissimi capitoli di Dr Jeckyll e mr Hyde. Che dire? Lo sto rileggendo, dunque so già che il libro mi è piaciuto, e leggere pochi capitoli di un racconto così breve mi ha fatto male al cuore: avrei potuto finirlo in un paio di ore. Bello, intrigante e Stevenson ha uno stile che mi attira molto nonostante questa traduzione sia un po’ troppo semplificata rispetto al primo letto. Non vedo l’ora del fine settimana per poter continuare entrambe le letture, poiché questi gruppi di lettura hanno delle divisioni e dunque il libro si legge insieme (anche se virtualmente) diviso in parti.
Mi sono trovata a finire per puro godimento Un albero cresce a Brooklyn, la prima lettura ufficiale di quest’anno, la prima scoperta letteraria entusiasmante del 2019; un classico americano poco conosciuto in terra italica ma che a me è piaciuto troppo: bello, drammatico, dolce, portatore di speranza. A breve avrete una recensione molto positiva su questo romanzo che consiglio a tutti.
Ritornando alle nostre disavventure lavorative, il mio Capitolo 16 è continuato così tra alti e bassi, una settimana in cui alla farm ho praticamente fatto di tutto cambiando mestiere quasi ogni giorno; ho fatto pulizie, ho controllato banane, ho tagliato banane e ho impacchettato banane, ho piegato i fogliettini di carta che stanno trai caschi. Insomma, non ci si annoia mai! Ne ho guadagnato anche una mano malconcia, con una mobilità ridotta e un dito gonfio come un palloncino. La mi ipocondria mi ha fatto urlare alla frattura, ma credo proprio che la colpa sia tutta del coltello, che ho dovuto tenere in mano con dei guanti tanto protettivi quanto scomodi, che in combinazione hanno conciato il mio ditino in quel modo. Speriamo passi, dito mi manchi!
Nonostante le mie crisi interiori di una cosa sono certa: anche questa esperienza mi stia cambiando in qualche modo; soprattutto perché fino adesso non avevo mai lavorato con le mani. Dunque sono sicura che dopo tre mesi di banane potrei uscire fuori da questa esperienza evoluta (come un pokemon insomma). Ma soprattutto che porterò con me qualcosa di buono. Non si dice che il lavoro nobilita l’uomo, o no? Sarà vero anche per le donne? (Battute sceme e dove trovarle; e i proverbi sono spesso sessisti, questo è un fatto).
Dopo queste mie genialate, vi saluto dall’alto del mio pomeriggio libero di completo relax. Obiettivo del week end: riposo e lettura. Cosa meglio di questo?
Riassumendo a punti la mia settimana posso affermare che:
– quando si è giù la lettura ci salva, sempre e comunque;
– sempre quando sono giù, leggo in maniera matta e disperata;
– Iniziare l’anno con un libro che ti è piaciuto tanto, in modo assurdo è una bella maniera per inaugurarlo;
– ma davvero il 2019 è iniziato solo da 10 giorni?
– il mio anulare destro sembra una zampogna in miniatura;
– è soddisfacente riuscire a fare qualcosa bene al primo colpo con le proprie mani: allora servite a qualcosa oltre che a battere sui tasti di un PC, mani!
– Le mosche australiane mordono e sono moleste in maniera molesta;
– ah già dimenticavo, banane banane banane.
Finito il consueto sfogo settimanale vi mando baci e abbracci, ricordandovi che io sono ancora in canotta e shorts (almeno una gioia datemela).
Buon fine settimana.
Giorgia
Se vi è piaciuto il mio capitolo 16 dell’anno, prima di andare via, aspettate ancora un attimo: se ve li siete persi, ecco i capitoli precedenti:
ecco i capitoli precedenti:
Diario letterario di un’italiana in Australia
Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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Reading Time: 4 minutesI racconti delle ie avventure nella terra dei coanguri proseguono: ritorna il mio Diario Letterario di Un’italiana in Australia, con il suo Capitolo 16!
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