Recensione di L’Animologo di Antonia De Francesco

Reading Time: 3 minutes

L'animologo Book Cover L'animologo
Antonia De Francesco
Narrativa
Giovane Holden Editore
01 aprile 2018
Cartaceo- Ebook
120

Alle volte si brancola nel buio alla ricerca di un interruttore, altre si annega in punti di non ritorno. Può capitare a chiunque. Sono quei momenti in cui si ha la netta sensazione di non avere più un ruolo nella propria storia, pensando che la trama sia stata sovvertita da una mano che impugna un calamaio esclusivamente nostro. Quei momenti in cui pensi: non doveva andare così! È ciò che accade a Giorgio che, in una tempesta di domande senza alcuna risposta, davanti a un attimo spezzato, un cordone ombelicale reciso, in preda alla paura sente il desiderio di uscire fuori, per sempre, dalle righe del suo quaderno e ci prova. Il punto è che nessuno può cancellarsi o essere cancellato lasciando dei puntini sospensivi. Non è giusto. Per fortuna, nonostante l’essere diventati i più criptici dei messaggi, la vita è disseminata di persone che possono e scelgono di decifrarci: gli animologi. Si fanno avanti da uno dei tanti punti del foglio e cominciano, pian piano, a guidare la mano in un esercito di punteggiatura e diluvi di parole, permettendoci di guarire.
Accanto a Giorgio arriva Levante: gli fa dono, nel silenzio, delle sue parole imbustate, vecchie di anni bellici, intrise di lacrime, speranza, ma costantemente d’amore. Il divario generazionale è però intangibile, vicini come sono empaticamente nello sterile spazio di una bianca corsia, in cui viaggia un ritorno a casa dall’essenziale, come insegnano quei casi di miseria in cui a colmare i morsi della fame ci pensa un semplice pugno d’erba bollita. Una sorta di pozione magica che andrebbe data in pasto a chiunque smarrisca il senso di sé e della propria vita. Giorgio, curato dalle lettere di Levante, lo comprende e non ferma il potere salvifico di quelle parole, diventando a sua volta un animologo.
Romanzo forte e intenso, melanconicamente sorprendente.

«Ognuno di noi dovrebbe essere il primo medico per se stesso. Psiche, non significa mente, psiche è anima e non c’è una persona che curi l’anima? Sì, d’accordo ci sono i preti, ma ci vorrebbe un medico laico, un animologo…come Levante»

Un padre e un figlio. La malattia del figlio, le colpe di un padre. Giorgio che dona a suo papà un manoscritto in cerca finalmente di un po’ di comprensione, il padre che passa una notte con le parole di suo figlio; questo è l’inizio de L’animologo, secondo romanzo di Antonia de Francesco, Edito da Giovane Holden Editore.
Il racconto è a tutti gli effetti una storia raccontata a due tempi: il presente, in cui Giorgio ha dato il suo manoscritto al genitore, e il passato raccolto e narrato in questo suo scritto.

Giorgio ha tentato il suicidio dopo la morte di sua madre ed è stato ricoverato in un ospedale in quanto bisognoso d’aiuto. Come compagno di stanza si ritrova un silenzioso anziano dagli occhi azzurri di nome Levante; l’uomo consegnerà un pacco di lettere che faranno compagnia al giovane nei suoi solitari giorni di prigionia. E così che il ragazzo farà un viaggio nella giovinezza trascorsa al fronte di Levante, tra paure e mancanza di denaro, attraverso la corrispondenza con l’amata madre di costui. Grazie alle parole di Levante, Giorgio riuscirà a fare un viaggio dentro sé stesso, scavando a fondo per ritrovarsi e riflettere sulla sua condizione, sulla sua vita e sui problemi.
L’Animologo ci racconta la sua storia in tempi brevi, ma con un’intensità molto forte, diventando una narrazione drammatica, dolce e disperata al tempo stesso che emoziona e ha il potere di far riflettere il lettore.

De Francesco con la sua scrittura contemporanea e fresca riesce a trascinarci nella sua storia introspettiva dando un peso speciale a ogni parola in tutte le sue pagine. Molti capitoli prendono dei risvolti filosofici, e cercano di interrogarsi natura della nostra esistenza; tali riflessioni non risultano però retoriche o scontate, e attraverso la loro semplicità hanno il potere di dare uno spessore speciale al testo.

Il protagonista di L’animologo è Giorgio, un giovane inquieto, che non sa che quel che vuole, e quel che fa in fondo. Si è lasciato sopraffare dalla vita, e cerca delle risposte e una sorta di motivazione, che sembra sparita, per poter andare avanti in qualche modo. Tanto da avere il coraggio di rinunciare a questa vita in cui ha perso completamente le speranze. Sarà il suo Animologo a tirarlo fuori dal baratro, facendogli osservare la sua vita da un nuovo punto di vista: solo in questo modo riesce a capire a fondo che non ha senso lamentarsi di quel che ha, e le sue angosce e pene osservate dall’esterno non gli sembravano poi così dure.

Giorgio in questo romanzo sembra l’icona di una gioventù moderna e senza scopi, che fa fatica a divincolarsi in questa vita, che non riesce a trovar altro che scuse per non vivere, che da la colpa agli altri dei suoi insuccessi. La trasformazione del protagonista, e la sua parabola ascendente danno una speranza a chi come Giorgio aveva già rinunciato prima ancora d’iniziare l’esistenza, portando in questo modo con sé un messaggio positivo e ottimista.

Uno dei temi portante per tutta la narrazione de L’animologo è di certo il rapporto genitoriale: quello tra Giorgio e suo padre, quello tra Levante e sua madre, e quello tra Giorgio e la sua di mamma. Analizzato dunque da più di un punto di vista, il rapporto tra genitori e figli è mostrato sia dalla sua accezione negativa che da quella positiva. L’autrice ci parla di quei genitori assenti, che attraverso questa assenza creano delle mancanze ai propri figli; della paura di ogni genitore di vedere il proprio figlio prendere delle decisioni sbagliate; dell’apprensione genitoriale, della preoccupazione che succeda qualcosa di brutto a coloro ai quali abbiamo dato la vita; ci racconta dell’amore incondizionato che lega una madre e un figlio, quel sentimento che vince sia spazio che tempo.

L’animologo è un libro che mi ha colpito moltissimo, per la sua delicatezza e introspezione, e il modo in cui fa riflettere il lettore in maniera profonda sul significato d tutta l’esistenza. Onestamente non mi aspettavo una storia così bella e profonda, e la sua lettura mi ha coinvolto davvero in maniera incredibile; ogni capitolo per me è stato uno spunto di riflessione, per crescere assieme al protagonista di questo romanzo, e trarre attraverso la lettura, anche qualche insegnamento.

L’animologo è un libro intenso, introspettivo, riflessivo, dolce e amaro allo stesso tempo; da leggere per sfogliare un ventaglio di emozioni lunghe una vita intera e farsi curare il cuore dall’Animologo.

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Se volete altri consigli di lettura invece vi invito nella sezione del blog Le recensioni di Book-tique.

Alla prossima con una nuova recensione!

Giorgia

Reading Time: 3 minutesTitolo: L'animologo Autore: Antonia De Francesco Genere: Narrativa Casa editrice: Giovane Holden Editore Data di Pubblicazione: 01 aprile 2018 Formato: Cartaceo- Ebook Pagine: 120 Alle volte si brancola nel buio…

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