Le indecisioni del lettore: E-Reader vs Carta stampata
Reading Time: 3 minutes
Penso che nella vita le opinioni non debbano mai essere assolute, anche perché prima o poi ti capita l’occasione giusta che ti fa entrare il tarlo nella testa, e cambiarla la tua opinione che poteva sembrare così ferma.
Questo è quello che mi è successo in merito alla discussione più frequente nella mente del lettore accanito come me: e-reader o carta stampata?
Quando uscì il primo Kindle, devo ammettere che ero scettica.
Ora vi spiego come nasce il mio conflitto interiore.
Come già vi ho raccontato, adoro la carta stampata e tutte quelle sensazioni che da essa ne derivano. Mi piace toccarla, annusarla, sentirla sfregare tra le mani. Mi piace portare il peso della cultura nella borsa (anche se le mie spalle a volte risentono della moltitudine di libri che in essa stanziano). Mi piace sfogliare un libro, fargli le orecchie o sottolinearlo più o meno permanentemente.
Quindi quando vidi questi marchingegni sterili, asettici, senza le belle e colorate copertine che adoro, con uno strano riflesso dello schermo che mette inquietudine, per me fu un no deciso.
Poi mi ritrovai dall’anno scorso a leggere un libro alla settimana o più e in tanti degli amici più stretti hanno iniziato a suggerirmi, quasi come se fosse una necessità impellente, di comprarne uno. A me piacciono troppo i libri però, e tutto quello che mi regalano nella loro fisicità, quindi rimando ancora un po’ il dilemma.
Ora mi ritrovo a fare progetti di vita che, probabilmente, mi porteranno chissà dove nel mondo (ma questa è un altra storia, magari ve ne parlerò più in là). Prevedendo un lungo viaggio oltreoceano, con dubbia data di ritorno, una delle prime cose a cui penso è: come farò a leggere? Da qui, la necessità di aprire la mente ai nuovi prodigi della scienza, e prevedere nel mio futuro un lettore digitale.
E il mio orgoglio per i libri?
Analizziamo però la situazione oggettiva e valutiamo i vantaggi dell’uno e l’altro supporto.
Sicuramente il cartaceo è più affascinante e ricco di significato, ma per un lettore risulta decisamente più scomodo. Gli E-reader non ingombrano, sono maneggevoli e leggeri.
L’ingombro è la cosa che vorrei sottolineare di più. Non so se capita anche a voi, ma per casa mia ci sono libri ovunque: in cucina, in camera da letto, in borsa, sul tavolo, vicino alla TV, a pile sulla scrivania (scrivania is the new libreria per me). Libri dappertutto.
Con un lettore elettronico questo problema si ovvierebbe, potendo leggere tutta la letteratura del mondo, pronta li in una tavoletta poco più grande di un cellulare.
Non sottovaluterei nemmeno il lato economico. Gli ebook costano poco, rispetto alla stampa, per motivi facilmente comprensibili. Io compro davvero molti libri (nuovi e raramente usati) e al portafoglio non sempre fa bene. Vorrei avere disponibilità illimitate e circondarmi da migliaia di volumi, ma credo che in breve verrei sfrattata da casa e rimarrei senza un soldo!
Ci sono delle soluzioni brillanti, ovviamente, come le biblioteche, il bookcrossing, lo scambio e i libri di seconda mano. Fanno bene al portafoglio e sono decisamente più sostenibili, ambientalmente parlando.
D’altro canto, comprare un libro “vero” aiuta molto il mercato dell’editoria, che come sappiamo non brilla di questi tempi, aiutando a finanziare piccoli e grandi autori ed editori. Comprare un ebook in fin dei conti va incontro anche alle esigenze di vendita degli autori, soprattutto gli emergenti a parer mio.
Come anticipavo prima un Kindle o un Kobo o gli altri e-reader privano me e i lettori tutti della parte emozionale del libro, delle dediche e scarabocchi. Ci priva della materialità dell’oggetto in quanto tale, rendendo un libro un titolo in una lista.
Come avete visto a oggi non credo di poter decidere quali dei due mezzi per leggere sia il migliore, a patto che uno dei due sia davvero il migliore. Ognuno ha dei pregi che l’altro non riesce a compensare a pieno e sono due metodi altrettanto validi per godersi un buon libro.
(Il discorso del progresso tecnologico un po’ mi intristisce. Penso che tra qualche secolo i giovani del futuro non sapranno più scrivere a mano e non conosceranno il profumo di un libro nuovo. Ritengo però inevitabile nella storia dell’umanità che certe cose tendano a scomparire, per favorire nuove strabilianti scoperte. Sicuramente almeno gli alberi ne trarranno giovamento!)
(Non so, però, se una donna di nemmeno trent’anni come me può essere così chiusa alle tradizioni senza aprire la mente alle nuove possibilità!)
Prima o poi mi piegherò alla tecnologia, e comprerò il mio e-reader, anche se mi mancheranno avidamente le pagine dei miei adorati volumi.
Ma il problema trascende dubbi più grandi: potrei mai privarmi della mia passione più grande? Questo proprio no.
Voi che ne pensate, praticità o tradizione?
Giorgia
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Founder di Book-tique.
Nata nel varesotto alla fine dei gloriosi anni ’80, adottata da Trieste in giovane età e infine emigrata per qualche anno in Australia, e rimpatriata.
Nella vita ho fatto un po’ di tutto, ma le due costanti sono state l’amore per i libri e la passione per la scrittura. Per questo ho deciso di aprire questo blog e parlare con frequenza di libri e di quel che ruota attorno a loro.
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